san basilio
temporary campus
san basilio
temporary campus
Tema: Culturale | Università
Anno: 2017
Luogo: Venezia, San Basilio – Banchina di Ciò
Proprietà area: Fondazione IUAV
Proprietà edificio: Università Ca’ Foscari
Superficie lotto: 3 237 m²
Superficie edificio: 1 250 m²
Budget: € 1 294 000
Stato: Parzialmente realizzato
Progettazione: Barman architects
Team: Roberta Bartolone, Giulio Mangano
3D & render: Alex Bianchi, Claudio Canesso
Impianti MEP/HVAC: Sinergo SpA
Struttura: Stefano Branciforti, Isabella Failla
Acustica: Alessandro Maglione
Direzione lavori: Fabiano Peltrera
Impresa generale: Engie – Cofely
Fotografo: Giovanni Bellanca
IL NOSTRO OBIETTIVO
Demolire un edificio del XX secolo e realizzare un nuovo blocco destinato a campus temporaneo, migliorando la qualità architettonica e aumentando il numero degli spazi didattici richiesti dal committente.
IL CONTESTO
L’area di progetto, in Banchina di Ciò, San Basilio (Venezia), è un luogo strategico per comprendere le vicende urbane della città:
Sud: l’orizzonte aperto del Canale della Giudecca, importante arteria navigabile.
Nord: frammenti di tessuto pre‑settecentesco che rievocano la scala della città storica.
Qui doveva sorgere la nuova sede IUAV progettata da Enric Miralles e Benedetta Tagliabue (concorso 1998); dei loro lavori si è realizzata soltanto la fondazione.
San Basilio area di progetto
IL TEMA
Ci troviamo a Venezia, ai margini di una città in cui l’osservanza rigorosa delle norme di tutela è talvolta diventata il pretesto per rinunciare a strategie di reinvenzione nel centro storico. In un periodo in cui la città deve confrontarsi con le dinamiche della propria trasformazione, il progetto intende rispondere a domande precise:
- È possibile coniugare le esigenze funzionali con l’idea che l’architettura, pur temporanea, debba comunque perseguire una piena integrazione tra edificio e contesto?
- È ancora il momento di ritenere che il ruolo dell’architettura non debba limitarsi ai confini del suo spazio fisico, ma abbia valore anche nelle relazioni sociali che si attivano dentro e fuori di essa?
- È possibile strutturare queste relazioni a partire dal significato dei luoghi?
Vista assonometrica del nuovo campus temporaneo
IL PROGETTO
Il progetto interpreta la vocazione produttiva del sito non come richiamo a un passato commerciale, bensì come apertura a un presente e a un futuro in cui Venezia assumerà un peso sempre più culturale.
Il Campus Temporaneo si propone come un innesto architettonico tra città storica e città contemporanea: un esperimento che rinuncia a un linguaggio mimetico e lavora per analogia, aprendo a nuove possibilità d’innovazione.
Dimostra, così, l’esistenza di un’alternativa “altra” rispetto ai due estremi che finora hanno guidato molti interventi nel tessuto storico italiano: da un lato il “dimenticare il contesto” («fuck the context»), dall’altro la mimesi normativa, inappuntabile ma priva di slancio.
L’edificio è articolato in due blocchi principali, orientati diversamente e collegati da un atrio d’ingresso. La tecnologia costruttiva prevede l’impiego di elementi prefabbricati, così da garantire rapidità e semplicità sia nelle fasi di montaggio sia in quelle di smontaggio al termine del ciclo di vita della struttura.
Schema funzionale del nuovo edificio
Il primo blocco, a un solo piano fuori terra, ospita le aule, i servizi igienici e i locali tecnici.
Un corridoio centrale smista il flusso degli studenti verso le sei aule; il suo soffitto, ribassato di circa un metro rispetto a quello delle aule, accoglie l’impianto HVAC.
Le facciate del blocco aule sono rivestite da lamelle metalliche continue; diverse sorgenti luminose integrate nello spessore tra rivestimento e parete scandiscono il ritmo dell’elevazione esterna dell’edificio.
Vista notturna dal Cotonificio Santa Marta
La struttura soprastante è un volume proiettivo capace di veicolare, su ampia scala, l’offerta di eventi culturali legati soprattutto alle istituzioni accademiche veneziane.
Questa “testata” architettonica ricompone lo skyline urbano proprio nel punto in cui il waterfront verso l’isola della Giudecca subisce una cesura.
La porzione dell’elevazione che si innalza di un livello rispetto al suolo soddisfa le esigenze funzionali degli spazi didattici.
La testata consente al campus temporaneo di dialogare con la scala urbana, diventando un nuovo punto di riferimento visivo per chi percorre il Canale della Giudecca.
The above structure is a projective volume capable of communicating the supply of cultural events linked mainly to Venetian academic institutions on a large scale.
The headline is an architecture designed to recompose the urban skyline at a point that represents a break in the rhythm of the waterfront towards Giudecca island.
The part of the elevation building one level off the ground allows for fulfilling the functional needs of the learning spaces.
The head of the construction allows the temporary campus to establish a dialogue with the urban scale, becoming a new visual presence for those who travel through the Canale della Giudecca.
Vista esterna dell’edificio verso San Nicolò dei Mendicoli